Attentati in Kenya e Nigeria. E dall’altra bruciano i Corani.

Cosa faresti per far arrabbiare un crociato? Gli bruceresti la Bibbia davanti agli occhi. O se è distante, lo filmi e lo mandi su Internet in diretta.

Dunque. Due giorni fa, due attentati distinti hanno fatto strage di credenti cristiani a Nairobi e a Kano. Due attentati mirati, nei punti di ritrovo dei credenti. Bombe e armi da fuoco, senza pietà, mandati da Boko Haram da una parte, forse mandati da una milizia legata ad Al Qaeda dall’altra. Tra l’altro, si dice sempre così, sulle prime.

Insomma un nuovo attacco di matrice fondamentalista islamica.

E cosa fa il mondo cristiano? Dal Vaticano chiedono «di agire con forza, ma senza volontà di vendetta». Bella frase, che però stringi stringi non significa niente. D’altronde, cosa potrebbero mai dire? Si resta senza parole.

Oltre oceano invece hanno capito tutto. Mentre in Africa scoppiano gli ordigni, negli Usa bruciano pubblicamente il Corano. Come protesta. Lo ha fatto un pastore integralista, Terry Jones, che ha avuto la brillante idea di bruciare il libro sacro e l’immagine di Maometto. Per protesta, contro l’arresto di un religioso cristiano in Iraq. Perché se in Italia mettiamo dentro, giustamente o meno, un musulmano, in Marocco bruciano la Bibbia.

Non ha senso.

Ci sono dei fanatici che in nome delle loro terribili interpretazioni religiose ammazzano la gente innocente. E tu “per protesta” bruci in diretta tv il loro libro sacro. Che non è solo il loro, però, è il libro sacro di milioni di persone innocenti, magari anche del tuo vicino di casa, che forse ti guardava dalla finestra, mentre buttavi il Corano nel falò. Dai.

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